La donna – scrive il Demau – o ha l'alternativa di “mascolinizzarsi” smarrendo il senso di un proprio ruolo o ha quella di ripiombare in un ruolo che sente ormai logoro e anacronistico. Posta di fronte alle reale contrapposizione con la “sfera del maschile” la donna avverte o può avvertire che la definizione del “femminile” così come le è stata tramandata o non ha più significato alcuno o acquista un senso del tutto privato e personale privo di qualsiasi valore sociale».
R. Spagnoletti (a cura di), I movimenti femministi in Italia, Roma, Savelli, 1978.

 

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