“La morte di papa Luciani non solo era assolutamente inattesa, ma diventò subito sospetta, colorando di toni assai foschi lo scenario interno al governo della Chiesa. Al di là della fondatezza della tesi sviluppata organicamente alcuni anni dopo nel testo In nome di Dio dal giornalista britannico Yallop - secondo cui Giovanni Paolo I sarebbe stato eliminato per un complotto ordito dal suo Segretario di Stato, il cardinale Jean Villot, e dal monsignore dello Ior Paul Marcinkus, con la complicità di Calvi del Banco Ambrosiano e della P2 - il fatto di per sé che venisse sollevata l'ipotesi di una morte non naturale, che costrinse la congregazione a prendere in esame l'ipotesi - ovviamente scartata - di un'autopsia, dà la misura del grado di avvelenamento dell'ambiente del Palazzo vaticano, in osmosi con quello della cupola della repubblica italiana, essendo trascorsi solo pochi mesi dall'assassinio di Moro”. (Carla Longobardo, Karol alle crociate.Il Vaticano e la nuova epoca , Prospettiva Edizioni, Roma 1994)
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