A Camp David, in America, i Presidenti Carter e Sadat e il Primo Ministro Begin stanno lavorando per la pace nel Medio Oriente. Di pace hanno fame e sete tutti gli uomini, specialmente i poveri che nei turbamenti e nelle guerre pagano di più e soffrono di più; per questo guardano con interesse e grande speranza al convegno di Camp David. Anche il Papa ha pregato, fatto pregare e prega perché il Signore si degni di aiutare gli sforzi di questi uomini politici. Io sono stato molto ben impressionato dal fatto che i tre Presidenti abbiano voluto pubblicamente esprimere la loro speranza nel Signore con la preghiera. I fratelli di religione del Presidente Sadat sono soliti dire così: « c'è una notte nera, una pietra nera e sulla pietra una piccola formica; ma Dio la vede, non la dimentica ». Il Presidente Carter, che è fervente cristiano, legge nel Vangelo: « Bussate e vi sarà aperto, chiedete e vi sarà dato. Non un capello cadrà dalla vostra testa senza il Padre vostro che è nei cieli ». E il Premier Begin ricorda che il popolo ebreo ha passato un tempo momenti difficili e si è rivolto al Signore lamentandosi dicendo: « Ci hai abbandonati, ci hai dimenticati! ». « No! - ha risposto per mezzo di Isaia Profeta - può forse una mamma dimenticare il proprio bambino? ma anche se succedesse, mai Dio dimenticherà il suo popolo ». (3° angelus di Giovanni Paolo I, domenica 10 settembre 1978; dal sito: http://www.amicipapaluciani.it) |
Siamo sulla scia del viaggio di Sadat a Gerusalemme, audace e quasi messianico, salutato (da Levinas)come quell'”avvenimento eccezionale, trans-storico, che non viene compiuto e del quale non si è contemporanei due volte in una vita (…) tutto l'impossibile diventa possibile”. (…) La nostra responsabilità, insomma, prima della morte e davanti alla morte, davanti ai morti, al di là della morte. Ecco ora che l'impossibile diventa possibile. Dopo la visita di Sadat a Gerusalemme. “Sadat non ha, d'altra parte, compreso quali siano le possibilità aperte dall'amicizia con Israele o già dal suo semplice riconoscimento, dal semplice fatto di parlargli? Non ha egli scorto tutto quello che si nasconde di promesse profetiche dietro l'invocazione sionista dei diritti storici e dietro le sue contorsioni sotto il trambusto politico? Tutte le ingiustizie diventano riparabili (…)”. (Jacques Derrida, Addio a Emmanuel Lévinas , Jaca Book, Milano; 1998 ) ) |
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