GHETTO, CAROSELLO O VALVOLA DI SFOGO? TUTTE E TRE Il 14 febbraio sono iniziati i programmi del diritto d’accesso. Vengono trasmessi dalle 18.30 alle 19 su reti alternate e durano circa un quarto d’ora per gruppo, associazione, partito o altro. Vengono registrate una settimana prima (perché poi? Se, come viene ripetutamente confermato, non esiste alcun tipo di censura?) e sono sinceramente inutili. Inutili perché sembrano la restaurazione di Carosello: sigla, marchio della ditta, storiella, marchio della ditta, slogan, musichetta finale. Servono solo per poter dire che “la riforma va avanti”, tutto perché Lotta Continua o il Partito Radicale possano parlare a un carosello ogni tanto. Il vero accesso, quello di chi è sempre stato escluso dai programmi della RAI-TV dovrebbe avvenire nei giornali radio e telegiornali, negli spettacoli, nei dibattiti, nelle trasmissioni ad alto gradimento e indice d’ascolto. Ma in questo modo le forze in accesso inciderebbero, avrebbero un momento di reale presenza. Invece col diretto d’accesso si è voluto creare una “valvola di sfogo” come ha detto Jader Jacobelli, il coordinatore di queste trasmissioni. Chissà, insomma, che le tensioni sociali non si infiacchiscano un poco, anche per mezzo di queste trasmissioni. L’importante è che siano ghettizzate nell’orario, nella frequenza e nella durata. Rubrica massmedia e notizie di Altrimedia, anno II/1977 numero 5, p. 14.
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