1977

Quello strano movimento degli studenti, come fu definito a caldo, visse pochi mesi e pericolosamente, schiacciato dalle manovre repressive dello Stato, dell'ostilità messa in campo dal PCI e dalla carica di violenza che frange consistenti al suo interno praticavano. Grispigni traccia la storia del susseguirsi di episodi cruenti che condizionarono il dibattito e le prese di posizione. La violenza non fu più solo praticata a scopo difensivo nei confronti degli attacchi dei neofascisti o della polizia, erano parti consistenti dei partecipanti al movimento stesso che attaccavano e aggredivano, cercando esplicitamente la radicalizzazione armata del conflitto. Si trattava spesso di una violenza spontanea, non irrigidimentata in forme organizzative, come al tempo dei servizi d'ordine, praticata da giovani e giovanissimi in un susseguirsi di azioni di cui spesso il significato simbolico ed estetico superava l'analisi politica, a segnare un vitalismo soggettivo, una la fascinazione prodotta dal pensiero negativo, che si univa, per quanto riguarda quella che si chiamava l'ala creativa, alla scoperta di un linguaggio sperimentale nuovo, all'uso del nonsense e dell'arma dell'ironia per criticare l'avversario. L'ironia, in determinate situazioni però può essere segno di debolezza, di mancanza di prospettive a breve e medio termine, per cui non resta che demistificare e “rovesciare” in parodia ciò che l'avversario propone. 
 L'esercizio della violenza, spesso anche dentro il movimento, per conquistarne l'egemonia, fu duramente contrastato dall'ala dell'autonomia sociale e dal movimento femminista; ma fu una battaglia sostanzialmente persa che provocò l'allontanamento di tanti giovani dal movimento, da un lato impauriti e disgustati dalla violenza dello scontro interno, dall'altro insoddisfatti dal ritorno della vecchia politica. Questa componente prese un'altra strada, quella della creatività, della invenzione letteraria e linguistica, una strada che assomigliava alla costituzione di un'avanguardia artistico-letteraria di massa. 
L'altra anima del movimento, quella critica verso la politica, che si chiamò fuori ed oltre, produsse innovazione culturale, destrutturazione e sovversione del discorso dominante, soffermandosi sull'importanza della comunicazione attorno alle esperienze delle radio libere: Radio Alice, Città Futura, Popolare, Sherwood, Onda Rossa e tante altre. Bruciata però la fiammata di ritorno del convegno bolognese sulla repressione in Italia del settembre 1977, il movimento ormai declinava in un crescendo di violenze: Walter Rossi fu ucciso a Roma il 30 settembre da un gruppo di fascisti; nella manifestazione torinese di protesta, l'assalto al bar Angelo Azzurro il 1° ottobre provocò la morte del giovane Roberto Crescenzio. Il 1978 si aprì con l'agguato a Roma contro i fascisti a Via Acca Larenzia che provocò la morte di due giovani, poco dopo, il 16 marzo le Brigate Rosse a Roma rapivano Aldo Moro, presidente della DC. Diego Giachetti, "Erre", N. 21/2006 >>