“Il ritorno del rimosso minaccia tutti i miei progetti di lavoro, di ricerca, di politica. Li minaccia o è la cosa realmente politica in me, a cui si dovrebbe dare sollievo, spazio? (…). Il mutismo metteva in scacco, negava quella parte di me che voleva fare politica, ma affermava qualcosa di nuovo. C’è stato un cambiamento, ho preso parola, ma in questi giorni ho capito che la parte affermativa di me stava occupando di nuovo tutto lo spazio. Mi sono convinta che la donna muta è l’obiezione più feconda alla nostra politica. Il non-politco scava nei cunicoli che noi non dobbiamo riempire di terra”. Lia, opuscolo femminista italiano del 1976.