“Una volta io trascorsi un giorno a Parigi in quell'arena di Temi dove i suoi pretonzoli, con la giubba elegante sotto la sottana nera, reduci da pranzi con le loro baldracche condannano così allegramente a morte individui che valgono talvolta più di loro. Si stava per dare spettacolo a quei macellai di carne umana…-Che colpa ha commesso quell'infelice?- domandai. – -E' un pederasta, -mi rispose;- vedete bene che si tratta di una colpa orribile, arresta l'aumento della popolazione, la disturba, la distrugge…Questo furfante deve essere a sua volta distrutto.- Ben detto,- rispose il mio filosofo, -il signore mi sembra un genio… -seguii una gran folla che si introduceva non lungi di là in un monastero, e vidi una povera ragazza di 16 o 17 anni, fresca e bella, che aveva poco prima fatto atto di rinuncia al mondo e giurato di seppellirsi viva nella solitudine in cui si trovava.. -Amico, - dissi al mio vicino- che fa questa ragazza? - E' una santa, - mi venne risposto, - ella rinuncia al mondo, va a sotterrare nel fondo di un chiostro il germe di venti figli di cui avrebbe fatto un giorno dono allo stato. - Che sacrificio! -Oh! Sì, signore, E'un angelo, e ha già il suo posto in cielo. -Insensato, - dissi al mio uomo, non potendo sopportare quell'incoerenza, - tu laggiù bruci un infelice il cui torto dici che è l'arrestare la propagazione del genere umano, e incoroni qui una giovane che sta per commettere lo stesso delitto! Mettiti d'accordo su queste cose, francese, o non c'è da stupirsi che uno straniero munito di ragione, che viaggi nella tua terra, la prenda per il centro della follia e dell'assurdità.” Donatien Alphonse Francois De Sade , “Aline e Valcour ovvero il Romanzo filosofico” in Mario Mieli, “Elementi di Critica Omosessuale”, 1977 |
<< |