Ulrike Meinhof (1934-1976). Nata il 7 ottobre 1934 a Oldenburg, Ulrike Meinhof inizia la sua attività politica nel 1958, all’università di Munster, unendosi ad un gruppo d’azione studentesco contro l’atomica. Diventata editorialista per il giornale “Konkret” ne sposa l’editore Klaus Rainer Röhl. I suoi editoriali riscuotono un grande successo e le vengano affidati alcuni programmi radiofonici. Nel settembre 1962 diventa madre di due gemelli ma ciò non le impedisce di continuare la sua attività di polemista. Suo bersaglio principale il leader bavarese della Csu, Franz Joseph Strauss. Negli stessi anni inizia a girare l’Europa entrando in contatto con cellule sindacali e gruppi operaistici di tutta Europa comprese Milano e Torino Mirafiori.
Nel 1967 si separa dal marito e si trasferisce a Berlino Ovest. L’anno seguente si interessa al processo contro Andreas Baader, Gudrun Eislinn accusati di essere gli incendiari di un grande magazzino di Francoforte. Riesce a farlo diventare un caso nazionale ma la frequentazione con i due imputati la spinge a passare all’azione, convinta che l’attività giornalistica ormai non sia sufficiente. Partecipa quindi al progetto di liberazione di Baader del 14 maggio 1970 ed entrà in clandestinità.
Nel 1971 partecipa all’elaborazione del documento "Stadtguerrilla" in cui la Raf sancisce il passaggio alla lotta armata, ritenendo impossibile una rivoluzione pacifica.
Arrestata il 15 giugno 1972 Ulrike Meinhof viene rinchiusa in una cella di isolamento, anche acustico, per 237 giorni fino al 24 febbraio 1973. Poi nuovamente dal 21 dicembre 1973 al 3 gennaio 1974. Lei stessa nel febbraio 1974 descrisse la sofferenza di quei giorni che le provocavano "gli stessi effetti dell’elettrochoc: lo stesso tipo di lesioni, di devastazioni nell’organo dell’equilibrio e nel cervello" Tutto quanto si manifesta è sproporzionato, esagerato. Un bisbiglio è come un grido amplificato, un cenno come una martellata, una breve frase come una manganellata". (Dalle lettere agli avvocati del febbraio 1974)
Il 9 maggio 1976 Ulrike Meinhof viene trovata impiccata nella propria cella.
La commissione internazionale di inchiesta sulla morte composta da avvocati giornalisti ed intellettuali di mezza Europa stabilisce che Ulrike Meinhof non avrebbe potuto impiccarsi da sola e che sarebbe stata appesa già cadavere.
tratto da: www.cedost.it |