Come molte cose strane che accadono in questo Paese ciò che accadde nel lontano ‘77 a Palermo spesso è stato narrato da chi il ‘77 non lo fece, io c’ero ed ero uno studente del 4° anno di Scienze. Con un po’ di presunzione si può affermare che il 77, come movimento giovanile di rottura, nacque proprio a Palermo con l’occupazione della facoltà di Lettere e Filosofia il 21 gennaio di quell’anno, seguita immediatamente dall’occupazione delle altre facoltà. Quindi diversi giorni prima che venissero occupate le università di Roma e delle altre città d’Italia.La protesta degli studenti fu generata dal rifiuto della riforma universitaria messa in cantiere dal Governo Andreotti sostenuto dal PCI di Berlinguer con la politica delle astensioni. Quello che ci si deve chiedere è come la proposta di una riforma universitaria possa avere generato un movimento di protesta con caratteristiche di massa e di estrema rottura come quello del 77. Renato Franzitta La Federazione romana del PCI dichiara di ritenere “una necessità politica e democratica la ripresa delle attività didattiche e scientifiche “nell’università ormai occupata da undici giorni”. Questa dichiarazione spiana la strada alle posizioni di quelle forze che premono per l’intervento della polizia. Il 13 febbraio l’assemblea degli occupanti discute sugli sbocchi politici. La linea di tendenza è di continuarla finchè non si ottengono dei risultati concreti: il ritiro definitivo del progetto Malfatti, la liberazione dei compagni arrestati, la garanzia di spazi autogestiti nell’università, la sua apertura serale e festiva. Soprattutto però si parla di disoccupazione e delle iniziative da prendere nei quartieri contro l’emarginazione e sui bisogni materiali come il reddito e la casa. Due giorni dopo militanti del PCI forzano i picchetti ai cancelli dell’università occupata (tutto movimento studentesco dal 77 a oggi/pantera e si presentano con un volantino che chiede “il ripristino della vita democratica all’interno dell’Ateneo” e indice un comizio con Luciano Lama (Video cacciata di Lama, segretario della CGIL. Nell’assemblea del giorno dopo gli occupanti discutono la linea da tenere per il comizio di Lama da tutti giudicato come una provocazione e un tentativo di controllo imposto dall’esterno sul movimento. Si propone pertanto che il comizio diventi un’assemblea nella quale possano intervenire alcuni rappresentanti del movimento degli studenti. Nanni Balestrini, Primo Moroni L’Orda d’oro 1968-1977, 1997.

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