“Dunque non è l'immagine, ma la trasmissione delle immagini il primo carattere differenziale della televisione. Il secondo è la continuità. Il terzo è l'indifferenza fra immagine e immagine, fra sequenza e sequenza, quel continuum, quella suggestione dello schermo acceso (anche se e quando non lo è) che ho chiamato l'ossessione visiva. L'ossessione visiva è la materia prima della realtà parallela di cui abbiamo appena parlato. Carattere tipico di questa realtà parallela sembra essere un fenomeno di ipervisione, L'ipervisione privilegia l'occhio su ogni altro senso (anche se porta con se, come si è detto, il non silenzio), privilegia l'immagine su ogni altro materiale disponibile nella realtà o nella immaginazione, e tende a trasformare in immagine ogni dato o fatto della vita reale. Il fenomeno è più marcato dove c'è tanta televisione, come in America, ed è più moderato, lento, strisciante, in situazioni diverse.” F. Colombo, Ipertelevision, Cooperativa scrittori, Milano, 1976 .

 

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