1977: il manicomio “San Giovanni” di Trieste annuncia l’imminente chiusura. Il 13 maggio 1978 il Parlamento italiano approva la riforma psichiatrica sancita dalla legge 180, meglio nota come legge Basaglia. Lo psichiatra veneziano aveva tentato di dare voce alla “seconda ombra” degli insani, il rifugio di chi veniva curato con anelli di forza, casco del silenzio, bagno idroelettrico, forca, manette ed altri ben noti strumenti di contenzione e terapia. Le immagini di quei luoghi che proteggevano i nevrotici sani da quei miserevoli folli considerati rami secchi della società, cominciavano in quegli anni ’70 a circolare sotto gli occhi di tutti. Quelle stesse fotografie passate alla storia in forza d’un fascino inquieto, mi hanno spinto, nella ricerca qui sintetizzata, ad interrogare nuovamente le radici dell’iconografia manicomiale: la fabrique d’image che aveva sorretto l’incerta architettura della prima città dolorosa, chiamata la Salpêtrière. La “vera retina” del sapere psichiatrico era stata, fin dagli albori, la fotografia, strumento necessario per generalizzare il caso in legge. Nell’assunzione di una posa, s’imponeva l’urgenza di assomigliare a se stessi ed inscenare la propria follia. Charcot affermava: “io non invento, perché prendo le cose per come sono, perché le fotografo”. 1978: fine dell’internamento. Il matto ha dimesso i panni del prigioniero con le scarpe chiodate e chissà se in quelle foto ci si è riconosciuto... È ancora in fieri il tentativo di spezzare il nesso che incatena la raffigurazione del malato alla sua stessa stigmatizzazione. Per sottrarre quella ragione che non ci appartiene all’esposizione bidimensionale della sua verità.

Arianna Lodeserto, ottobre 2007

Bibliografia, informazioni in rete e filmografia:


• Morire di classe, a cura di F. e F. Basaglia, Einaudi, Torino 1976
• Per non dimenticare. 1968. La realtà manicomiale di “Morire di classe”, a cura di Franca Ongaro Basaglia, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1998.
• Ronald D. Laing La Politica dell'esperienza. E l'uccello del paradiso, Feltrinelli, Milano 1980.
• David Cooper, Il linguaggio della follia, Feltrinelli, Milano 1978.
• Michel Foucault, Storia della follia nell'età classica, traduzione di Franco Ferrucci, BUR Storia, 1976.
• Michel Foucault, Malattia mentale e psicologia, Raffaello Cortina, Milano 1997.
• Michel Foucault Il potere psichiatrico. Corso al Collège de France (1973-1974), Feltrinelli, Milano 2004.
• Antonin Artaud, CsO: Il corpo senz’organi, Mimesis, Milano 2003.
• Maurizio Meloni, L'orecchio di Freud. Società della comunicazione e pensiero affettivo, Edizioni Dedalo, Bari 2005.
• Georges Didi-Hubermann, Invention de l'hystérie : Charcot et l'iconographie photographique de la Salpêtrière, Macula, 2000.
• Roland Barthes, La camera chiara. Nota sulla fotografia, Einaudi, Torino 1980.
• “La verità nelle facce dei matti da fotografare”, di Michele Smargiassi, La Repubblica, Novembre 2005
• Alda Merini, La Terra Santa, Scheiwiller, 1984.
• Ken Loach: Family Life, 1971
• Milos Forman: Qualcuno volò sul nido del cuculo, 1975
• Silvano Agosti, Marco Belloccio: Matti da slegare, 1975
• Silvano Agosti: La seconda ombra, 2000
S. Cristicchi: Dall’altra parte del cancello, 2007
• Testo di legge: www.triestesalutementale.it/allegati/legge180.pdf
• Testo di legge e foto: www.arap.it/dati/legge180.html
• Bibliografia ragionata della non-psichiatria: www.ecn.org/telviola/tvbiblio.html
• centro di documentazione di storia della psichiatria “San Lazzaro”: www.ausl.re.it/biblioteca/html/3003.html
• Fotografia antipsichiatrica: www.photographers.it/articoli/carlacerati.htm
• Immagini follia: www.matteomugnani.com/immagini_follia.HTM
• Immagini le Salpêtrière: www.loc.gov/exhibits/freud/freud02.html
• Esposizione “Il volto della follia”: arte.tiscali.it/fotografia/articoli/05/11/follia.html e
www.clponline.it/mostre.cfm?idevento=554404E1-B768-A092-808C0604D4771575
• Archivio immagini dsm Trieste: www.triestesalutementale.it/segnalazioni/immagini/001_foto_butturini.htm
• sulle foto di Giovanni Sesia: www.museokendamy.com/sesia2003.html
www.nopazzia.it (sito gestito da ex, e non del tutto ex, “pazzi”)

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