Sono io che non coincido mai con la mia immagine; infatti, è l'immagine che è pesante, immobile, tenace (ecco perché la società vi si appoggia), e sono “io” che sono leggero, diviso, disperso e che, come un diavoletto di Cartesio, non sto mai fermo, mi agito dentro la mia buretta: ah, se la Fotografia potesse almeno darmi un corpo neutro, anatomico, un corpo che non significasse niente! Roland Barthes, La camera chiara |