Charcot al centro della scena espone l'isterica allo sguardo rapito e voyeuristico del pubblico presente alle Leçons du Mardi. Nell'organizzazione dello spazio di Charcot abbiamo già in nuce gli elementi essenziali della società della comunicazione: l'esperto, il caso clinico, l'audience. Come ha scritto G. Didi-Huberman nel suo bel libro sull'iconografia fotografica di quella 'città dolorosa' che era la Salpêtrière, in quella 'messa in scena' siamo di fronte ad una sorta di arte pittorica e teatrale, capace di inventare l'isteria, o quantomeno di trasformarla in spettacolo. Charcot era il regista di questa recita dolorosa: a chi viene a seguire le sue lezioni, egli vuol far toccare la sofferenza con mano, manifestarla alla piena luce del suo anfiteatro. Non è un caso che proprio alla Salpêtrière sia nata in maniera massiccia una delle prime applicazioni della fotografia alla psichiatria che sfocerà in una sistematica collezione iconografica dei volti delle isteriche.
M. Meloni, Il linguaggio al tempo della comunicazione
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