ULTRAS '77

Negli anni 70, il movimento di contestazione sembra spingersi in ogni ambito della socialità metropolitana, fino a propagarsi all'interno degli stadi, contribuendo così a creare l'identità del neonato movimento ultras.
Le curve in quegli anni sembrano autogestirsi in maniera risolutiva ed essenziale. Si formano sempre più gruppi e cerchie di persone che oltre a condividere la fede per la propria squadra, hanno anche la stessa fede politica.
Il loro abbigliamento è direttamente mutuato dai gruppi politici di strada; eskimo e giacche mimetiche con gli stemmi del gruppo, jeans e passamontagna o fazzoletto calato sul viso, avvicinano l’ultrà al guerrigliero metropolitano. Compaiono i tamburi di latta, presi a prestito dalle manifestazioni politiche degli operai e utilizzati per accompagnare cori e slogan, che riecheggiano sia nelle melodie, sia nei contenuti, quelli dalla politica. Si cominciano a vedere anche i grandi striscioni e le enormi bandiere che caratterizzavano le manifestazioni di piazza ed i cortei.
Rispetto al fenomeno hooligans inglese, tra gli italiani le esigenze, mutuate dalla politica, di produrre attività collaterali di socializzazione e di attivare la partecipazione di tutta la curva, diventano prioritarie fino a presupporre un’organizzazione che va oltre la domenica ed è fatta di riunioni infrasettimanali, di lavoro per l’ideazione e l’allestimento di coreografie spettacolari e materiale per l'autofinanziamento.
Anche i nomi dei gruppi continuano a risentire di questa congiuntura epocale: molti si definiscono Brigate, in riferimento ai gruppi terroristici di quegli anni, così come compaiono molti simboli legati al terrorismo di sinistra (la stella a cinque punte delle Brigate Rosse) e di destra (l’ascia bipenne simbolo di Ordine Nuovo).
Ed è proprio nel 1977 che allo stadio Olimpico nascono le due storiche tifoserie autorganizzate di Roma e Lazio, rispettivamente "Cucs" (commando ultrà curva sud) e "Eagles supporter".

Valentina Puja, Ottobre 2007


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