Eagles Supporter

I primi gruppi laziali a nascere sono Ultras e Commandos Monteverde, nel 1974, dopo il 1° scudetto. Successivamente, anche in anni bui, si formano altri gruppi, per lo più di quartiere: Brigate S.Giovanni, Folgore, Golden Boys, Vigilantes, Commandos Aquile San Basilio, Boys, Marines e altri ancora.

Il cuore del tifo, al contrario di adesso, era in curva Sud. Si avverte la necessità di unire questi gruppi in uno unico, così da migliorare il tifo: nascono così gli "Eagles Supporters", che portano tamburi, bandieroni, fumogeni colorati. Il 1977 è l’anno di nascita dello storico gruppo laziale. «Il nome – raccontano nel libro Nobiltà Ultras - è l'idea di alcune persone in sintonia con l'Inghilterra, ma soprattutto l'interesse di fare un tifo all'inglese come manifestazione di questa grande tradizione popolare britannica. Eagle's Supporters voleva dire sostenitori dell'Aquila, di qualcosa che ci riguardava direttamente e lontano dal clima politico delle piazze. Ma nascono i primi disaccordi e dagli E.S. si staccano un gruppetto di ragazzi che formano i Viking.

Gli Eagles Supporters, che volevano una curva tutta loro, nel dicembre 1979 si spostano nella Nord, decisione sofferta avversata da molti. Allo stesso tempo la Nord è stata una scelta significativa, nata dalla convinzione che lì avrebbe potuto decollare il fenomeno Eagles. Una curva esclusivamente laziale. Alcuni anni dopo l'arrivo di Chinaglia alla presidenza e la promozione in A fanno nascere altri gruppi: Ultras '74, Falange, Eagles Korp, Hell's Eagles, Destroyers, Erotik group e altri minori. Trasferte oceaniche in quel periodo.

Gli Irriducibili esordiscono nell'ottobre 1987 in un Lazio-Padova di serie B, occupando il muretto centrale, prendendo il posto dei Viking. All'inizio l'età media era elevata, pochissimi i ragazzi. Portano una ventata nuova, l'originalità è il loro marchio: tifo spontaneo, in contrapposizione agli E.S., più colore, tifo all'inglese, niente tamburi, in trasferta col treno, mentre gli Eagles S. vanno in pullman. Lo striscione era di soli 10 metri, nessuna sezione, nessun gruppo affiliato, sfilano in corteo con davanti lo striscione, fra i primi a farlo. Spesso sono aiutati, soprattotto economicamente, da organizzazioni di estrema destra che sfruttano il gruppo per insediarsi nella curva laziale, fonte sicura di manovalanza giovanile.

La coabitazione con gli Eagles Supporters, che si dicono apolitici è difficile. In Lazio-Barletta scoppia una rissa, interviene la polizia, qualche anno dopo scoppiano incidenti in Lazio-Verona. La spaccatura insanabile porterà di lì a qualche anno allo scioglimento graduale degli Eagles, divenuto gruppo minoritario, e con la loro fine termineranno gli storici gemellaggi con Torino e Bari. Nel 1992 hanno deciso per l'autoscioglimento, forse perché arrivati all'esaurimento del loro compito, sicuramente indispensabile per la maturazione della tifoseria biancoceleste.».

Sui motivi dello scioglimento: «Le motivazioni sono venute da un deterioramento della nostra classe dirigente, poiché nel momento in cui si allontanava da noi gente che non si riconosceva più in questo spirito di sacrificio, venne anche meno la nuova generazione, che per certe situazioni preferì aderire a gruppi che non erano più gli Eagles. Nel momento in cui il gruppo che aveva dettato legge e s'era fatto conoscere per le sue qualità è andato scemando, abbiamo deciso di scioglierci. Non farlo avrebbe significato esistere a tutti i costi  anche se non era più il caso di riproporci”.

Ricordano i tifosi: “Sicuramente abbiamo dato nel tempo una sterzata a tutto il livello ultras: nel modo di vedere il tifo in un'ottica più limpida, sia nell'ambito romano che nazionale”. Memorabile per i tifosi laziali rimarrà l’utilizzo del primo grande striscione creato dagli Eagle supporter, come sfondo alla prima sigla del programma di approfondimento calcistico “Novantesimo Minuto”

Fonte: www.rangers.it, www.supertifo.it

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