Roma, 7 settembre 1978 : apre la prima sala a luci rosse della capitale, l'Ambasciatori, gestita da Danilo Toccalite e Francesco La Manna. Il mercato del porno ebbe da subito una diffusione capillare e fu decisivo nel salvare l'esercizio in sala nella stagione 1976-1977, il periodo più drammatico della crisi del cinema italiano degli anni Settanta. I pochi incassi che si registravano al botteghino, oltre ai colossi americani, erano dovuti infatti soprattutto a film erotici e ai cosiddetti ‘polizieschi', prodotti in Italia. In questo clima da ‘de profundis ' accadde un fatto destinato in poco tempo a creare un vero e proprio fenomeno di costume. L'evento si verificò a Cannes nel 1977, durante l'annuale meeting dei distributori cinematografici all'Hotel Martinez. Si fà la fila per affittare un film che era stato prodotto in America cinque anni prima, nel 1972, Deep Throat (Gola Profonda) che al suo esordio aveva incassato 50 milioni di dollari. Niente a che vedere con Gola Profonda II, poco più che una contraffazione, giunto da noi nel 1974 e che, nonostante si trattasse di un altro film, aveva totalizzato, sull'onda del successo d'oltreoceano, 130 milioni in 21 ore. Le copie non bastano per tutti, ma se non si può avere Deep Throat che siano almeno film “alla” Deep Throat. In Italia insomma le ‘luci rosse' vennero accese da Gola Profonda ed il boom fu immediato, tanto da spingere molti a produrre i film in proprio. Esploso il business delle sale porno, partendo da Milano, con il Majestic che dà il via alla sua nuova programmazione il 15 novembre 1977, si passerà dalle 50 sale nel 1980, alle 125 di qualche anno dopo, senza contare che nella programmazione dei cinema ‘tradizionali', nelle 16 città cosiddette capozona, su 539 film più di 120 erano a luci rosse, come riporta Il Giornale dello Spettacolo- Borsa Film nel 1978. Un vero e proprio showbusiness quello del porno, come capiscono presto anche i direttori delle allora nascenti tv private : nel luglio del 1976 la Corte Costituzionale emana una sentenza che liberalizza la concessione di frequenze per la trasmissione locale via etere, con il risultato di una vera e propria moltiplicazione dell'emittenza privata locale. Il boom a questo punto ci fu anche di pubblico, grazie soprattutto a tre aspetti in cui i tanti piccoli concorrenti della Rai potevano davvero spadroneggiare (in virtù della mancanza di regolamentazioni precise e di controlli effettivi sulla programmazione): i cartoni animati giapponesi, i film, il sesso. E gli ultimi due sono strettamente connessi. Inoltre, un altro punto di forza delle tv locali era la possibilità di trasmettere, senza paura di controlli, spogliarelli vari ( e la Rai cercò di imitare come poteva tale tendenza con la produzione di spettacoli “notturni” tipo Stryx, o Il cappello sulle ventitre ) anche piuttosto audaci e film erotici molto spinti a qualsiasi ora. La prima fu Tele Torino International ( i cui strip di vicine della porta accanto vennero richiesti persino dall'americana Abc), seguita a ruota dalla lombarda Telereporter, dalle romane Telefantasy, dove le apparizioni di Annamaria Clementi erano attesissime, e Gbr, la cui trasmissione Tantra Yoga più che gli amanti delle filosofie orientali interessava i nottambuli impenitenti. E, visti gli incrementi pubblicitari, diretta conseguenza dell'audience, seppure notturna, arrivano tutti gli altri….
Testo tratto da: Andrea Di Quarto- Michele Giordano, Moana e le altre vent'anni di cinema porno in Italia, Gremese Editore, Roma 1997 1976-1984 cinema e tv in Italia (di Luca Rea)
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