Scavare in un passato sconosciuto. Scavare senza sosta fra le viscere di un corpo. Riesumare affannosamente documenti distanti temporalmente da noi, ma più che attuali per il loro potere riflessivo. Documenti che hanno   valore di sintomi di un tempo passato che oggi non si deve e non si vuole dimenticare. Documenti che producono nel giovane cercatore lo smarrimento delle proprie conoscenze. Approcciare con l'ignoto implica lo scrollarsi di dosso la paura di una questua impari, provare a mettere in gioco le proprie capacità d'analisi, pensare su più livelli gli avvenimenti di un periodo, sezionare le tensioni intercorrenti fra i vari strati del sapere non cercando ottusamente l'origine, ma tentando di restituire una totalità dei fatti degna di essere discussa e non accolta come dogma.
Pasolini è un testo da leggere con meraviglia. Pasolini è una poesia sussurrata sottovoce. Pasolini è una politica scomoda. Pasolini è una città che brulica di vita. Pasolini è uno strato di storia senza tempo. Pasolini è il nostro mentore in questo viaggio verso uno dei tanti modi possibili di raccontare gli avvenimenti di un'epoca.
Simone Giampà

Bibliografia 

1- "E' l'ultimo giorno della mia vita": tratta da Pier Paolo Pasolini,

"Bestemmia", vol.3, Garzanti,1996, p.291.

2- "Il pci ai giovani": tratta da Pier Paolo Pasolini, "Bestemmia", vol.4,

Garzanti,1996, pp.687-693.

3 "La diversità che mi fece stupendo": tratta da Pier Paolo Pasolini,

"Bestemmia", vol.4, Garzanti,1996, p.867.

4- "Erano quasi le due di notte": tratta da Pier Paolo Pasolini, "Bestemmia",

vol.4, Garzanti,1996, p.1201.

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