Tra i diversi procedimenti situazionisti, la deriva si presenta come una tecnica di passaggio affrettato attraverso ambienti diversi. Il concetto di deriva è indissolubilmente legato al riconoscimento degli effetti di natura psicogeografica, e all’affermazione di un comportamento ludico-costruttivo, che lo pongono in contrapposizione con le nozioni classiche di viaggio e passeggiata. Una o più persone liberandosi alla deriva rinunciano, per un tempo più o meno lungo, alla logica di spostarsi e di agire così come si concepiscono generalmente, alle relazioni, alle occupazioni e ai piaceri che gli sono propri, per lasciarsi andare alle sollecitazioni del territorio. La casualità è meno determinante di quanto possiamo credere : dal punto di vista della deriva, esiste un rilievo psicogeografico della città, con costanti ricorrenze, di punti fissi, e di vortici che rendono l’accesso o l’uscita da certe zone fortemente arduo. Ma la deriva, nella sua unità, comprende da un lato il lasciarsi andare e dall’altro la sua stessa contraddizione necessaria : il controllo delle variazioni psicogeografiche attraverso la conoscenza e il calcolo delle loro possibilità.
Internazionale situationniste 1958-69, ‘Théorie de la dérive’.